Alloro

Fam. Lauraceae, Specie Laurus nobili

L’alloro, Laurus nobilis, è una pianta aromatica diffusa in natura in tutta l’ara mediterranea, dove anticamente si espandeva in vere e proprie foreste; oggi rimangono segni di questa diffusione della pianta nelle zone meno aride e calde del mediterraneo, dove la macchia mediterranea lascia il posto al Lauretum, una consociazione di piante che necessitano di un poco più di umidità rispetto a mirto, cisto, ginestre. Gli allori sono alberi sempreverdi, che possono raggiungere i dieci metri di altezza, anche se tipicamente tendono a produrre ampie ceppaie, che danno origine ad ampi arbusti, che non superano i 4-6 metri. In Italia sono diffusi in tutte le regioni, in particolare nel centro sud; nelle restanti regioni vengono coltivati in giardino, perché sono molto rustici e d facile coltivazione, ed entrano a far parte del gruppo delle piante aromatiche più utilizzate in cucina, assieme a salvia e rosmarino. Lalloro’alloro produce una vegetazione densa e fitta, ha fusto con corteccia scura, molto ramificato, spesso anche nella parte bassa, a dare origine ad un ampio arbusto tondeggiante, o allungato; il fogliame è sempreverde, di forma ovale, e di colore verde scuro, coriaceo, molto aromatico. Gli allori sono piante dioiche, ovvero i fiori femminili e quelli maschili sono portati da piante diverse; i fiori sono piccoli, portati all’ascella fogliare sul legno dell’anno precedente; negli esemplari di sesso femminile, ai fiori seguono i frutti, piccole bacche che divengono nere a maturazione.

Il laurus nobilis è una specie di arbusti o alberi sempreverdi appartenente alla famiglia delle Lauraceae. È originario dell’Asia Minore e del bacino del Mediterraneo e, sebbene abbastanza rustico, è maggiormente diffuso nelle zone più temperate, fino agli 800 metri di altitudine. In Italia quindi allo stato spontaneo si può trovare in tutto il Sud Italia ed è diffusissimo in particolare in Sicilia dove ci sono zone completamente colonizzate.

Il laurus nobilis è una pianta di facile coltivazione, rustica, che in genere non richiede grandi cure; si sviluppa preferibilmente in luogo soleggiato, o semiombreggiato, ma con almeno alcune ore di luce solare diretta al giorno; il terreno in cui affonda le radici dovrebbe essere ben drenato, non particolarmente ricco profondo, ma gli allori tendono ad adattarsi a qualsiasi tipo di terreno, anche ghiaioso o argilloso, purché non si tratti di un terreno pesante, con ristagni idrici frequenti. Un esemplare adulto, a dimora da tempo, in genere si accontenta dell’acqua fornita dalle piogge; se però poniamo a dimora un giovane alloro, è bene favorire la produzione di radici annaffiando il terreno quando è completamente asciutto, da aprile fino a settembre. Gli allori non temono il freddo, e possono sopportare temperature minime vicine ai -15°C; quindi possono venire coltivati in piena terra quasi in tutto il territorio della nostra penisola. Tendono con il passare degli anni a divenire invasivi, in quanto producono un apparato radicale fittonante, molto profondo, e dalla base del fusto si producono costantemente polloni, che tendono a rendere ogni singolo arbusto una fitta ceppaia. Se abbiamo un piccolo giardino, generalmente è consigliabile tenere l’alloro in un capiente vaso, in modo che negli anni non si dimostri eccessivamente grande.

Descrizione

alloro’alloro è un arbusto o albero che può andare dai 2 ai 15 metri di altezza. Il tronco è dritto e grigio nella parte bassa mentre verso l’alto diventa verde. Le foglie hanno forma lanceolata e sono alterne e coriacee. Il bordo è ondulato. Sono verde scuro e lucido nella faccia superiore. L’altra invece risulta verde grigio chiaro e opaca. Sono fortemente aromatiche. Il profumo si libera maggiormente quando vengono sfregate. Produce in primavera dei fiori bianchi in ombrelle di 4 o 5 esemplari. Si tratta di una pianta dioica. Questo significa che i fiori maschili e quelli femminili sono portati da piante diverse. Producono in estate-autunno dei frutti ovoidali, a mazzetti di color nero violaceo. Questi contengono un solo seme.

Nonostante si tratti di una pianta dioica, chiunque abbia un alloro di sesso femminile, sa che il vengo, gli insetti, gli uccelli, sono in grado di impollinare con facilità i fiori dell’alloro, che quindi tende a produrre numerosi frutti, che contengono n singolo grosso seme fertile; liberato dalla polpa il seme va seminato in autunno, in un buon terreno fresco e umido, e lasciato all’aperto, in luogo riparato, fino a primavera, quando la giovane pianta andrà posta a dimora. Gli allori producono rapidamente il fittone che dovrà sostenerli, quindi si consiglia di preparare le giovani piante in vaso, in modo che sia abbastanza facile toglierle dal vaso e porle a dimora; evitiamo anche di posizionare due o più semi in un singolo vaso, o risulterà abbastanza difficile districare gli apparati radicali delle diverse piante. Gli allori si propagano con facilità anche per talea, basta prelevare in primavera gli apici dei rami, e farli radicare in un buon terreno, dopo aver asportato le foglie nella parte bassa. Questa pianta è molto vigorosa, tanto che spesso risulta assai facile propagarla anche semplicemente interrando gli scarti di potatura, direttamente a dimora. Dalla base del fusto l’alloro produce numerosi polloni, che possono venire staccati e piantati singolarmente.

Le foglie di alloro sono molto aromatiche, in quanto contengono un olio essenziale profumato; l’aroma è molto intenso quando le foglie vengono rotte o spezzate. Le foglie di alloro si utilizzano fresche o essiccate in una grande quantità di ricette, infatti anche se essiccate mantengono un buon tenore di oli essenziali, anche per molti mesi. In Italia sono molte le ricette che vedono l’alloro come ingrediente; tipicamente si utilizza per marinare le carni degli stufati e accompagna le castagne nella bollitura. Ma l’alloro si utilizza anche in mille altri modi, sia intero (va poi eliminato dal piatto), sia sminuzzato, come ad esempio all’interno delle erbe provenzali. Il profumo dell’alloro è decisamente molto intenso, quindi di solito è sufficiente una singola foglia, per aromatizzare un piatto per 6-8 commensali. Le foglie di alloro si utilizzano anche negli altri paesi europei, e in tutto il mondo occidentale. Oltre all’utilizzo in cucina, l’alloro è utile anche in erboristeria, dove si utilizzano le foglie, per infusi digestivi, o l’olio essenziale, che viene estratto di solito dai semi pressati. I principi attivi contenuti nelle foglie e nei semi di laurus nobilis hanno proprietà digestive ed emollienti, che lo rendono ancora più interessante in abbinamento a piatti dalla digestione lunga. Con le foglie di alloro si prepara che un liquore tradizionale, utilizzato come digestivo.

Il laurus nobilis è una pianta molto resistente, che in genere non subisce danni seri a causa di attacchi da parte dei parassiti; il parassita più tipico dell’alloro è la cocciniglia, cotonosa o a mezzo grano di pepe. Purtroppo si tratta di un parassita molto diffuso sull’alloro, che si diffonde anche molto rapidamente; anche se la sua presenza non sembra causare alcun

danno alla pianta, se non alcune foglie rovinate, grandi quantità di cocciniglia, soprattutto sugli arbusti giovani, possono portare ad uno sviluppo stentato della pianta e sicuramente la presenza degli insetti non risulta gradevole se si intendono utilizzare le foglie in cucina.

Il rimedio migliore contro la cocciniglia è l’olio bianco, da utilizzare a fine inverno, attivandolo con dei prodotti insetticidi a base di piretro. Chiaro che le foglie trattate andranno utilizzate in cucina solo dopo almeno un paio di settimane dal trattamento, e in ogni caso è sempre opportuno lavarle accuratamente. L’alloro può venire attaccato anche dagli acari, che causano l’ingiallimento delle foglie e la presenza di sottili ragnatele tra i fusti. Un altro motivo di forte sofferenza per l’alloro è spesso l’eccesso di acqua nel terreno, casto da uno scarso drenaggio

Le foglie di alloro contengono dall’1 al 3% del loro peso di olio essenziale. In questo vi sono più componenti, alcuni puramente aromatici, altri veri e propri alcaloidi, in alcuni casi anche citotossici. L’olio essenziale è contenuto anche in altre parti della pianta come i fiori e le radici e i frutti.